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CAM

 

CAM: criteri ambientali minimi

L’entrata in vigore del Decreto 11 Ottobre 2017 e successive modifiche fra cui l’ultima del 23 giugno 2022 “Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di progettazione di interventi edilizi, per l’affidamento dei lavori per interventi edilizi e per l’affidamento congiunto di progettazione e lavori per interventi edilizi” ha previsto l’adozione dei Criteri ambientali minimi (CAM) per l’Affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici.
I prodotti Knauf sono in grado di rispettare i vari requisiti di progettazione richiesti.

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All’interno dell’offerta Knauf sono presenti ulteriori prodotti che rispondono a requisiti ambientali in termini di quantità di materiale riciclato/recuperato o sottoprodotto.

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Specifiche tecniche progettuali per gli edifici

L’edilizia a secco è per sua natura una pratica che prevede l’assemblaggio modulare delle varie componentistiche, perché queste si rendano solidali nell’integrità dell’edificio realizzato. L’assemblaggio a secco, quindi, incorpora nella sua modularità intrinseci caratteri di disassemblaggio, rispettando la stessa definizione inserita nei Criteri CAM come da decreto MITE 23 giugno 2022 e precedenti versioni.

Così come riportato all’interno del medesimo decreto, il concetto di disassemblabilità si esplica attraverso la possibilità di poter adottare la demolizione selettiva per una successiva preparazione al riutilizzo, riciclaggio o altre operazioni di recupero

2.4.14 Disassemblabilità e fine vita

Il progetto relativo a edifici di nuova costruzione, inclusi gli interventi di demolizione e ricostruzione e ristrutturazione edilizia, prevede che almeno il 70% peso/peso dei componenti edilizi e degli elementi prefabbricati utilizzati nel progetto, esclusi gli impianti, sia sottoponibile, a fine vita, a disassemblaggio o demolizione selettiva (decostruzione) per essere poi sottoposto a preparazione per il riutilizzo, riciclaggio o altre operazioni di recupero. L’aggiudicatario redige il piano per il disassemblaggio e la demolizione selettiva, sulla base della norma ISO 20887 “Sustainability in buildings and civil engineering works- Design for disassembly and adaptability — Principles, requirements and guidance”, o della UNI/PdR 75 “Decostruzione selettiva - Metodologia per la decostruzione selettiva e il recupero dei rifiuti in un’ottica di economia circolare” o sulla base delle eventuali informazioni sul disassemblaggio di uno o più componenti, fornite con le EPD conformi alla UNI EN 15804, allegando le schede tecniche o la documentazione tecnica del fabbricante dei componenti e degli elementi prefabbricati che sono recuperabili e riciclabili. La terminologia relativa alle parti dell’edificio è in accordo alle definizioni della norma UNI 8290-1.

 

Specifiche tecniche progettuali per i prodotti da costruzione

Il contenuto di materia riciclata ovvero recuperata ovvero di sottoprodotti è dimostrato tramite una delle seguenti opzioni, producendo il relativo certificato nel quale sia chiaramente riportato il numero dello stesso, il valore percentuale richiesto, il nome del prodotto certificato, le date di rilascio e di scadenza:

  1. 1.  una dichiarazione ambientale di Prodotto di Tipo III (EPD), conforme alla norma UNI EN 15804 e alla norma UNI EN ISO 14025, quali ad esempio lo schema internazionale EPD© o EPDItaly©, con indicazione della percentuale di materiale riciclato ovvero recuperato ovvero di sottoprodotti, specificandone la metodologia di calcolo;

  2. 2.  certificazione “ReMade in Italy®” con indicazione in etichetta della percentuale di materiale riciclato ovvero di sottoprodotto;

  3. 3.  marchio “Plastica seconda vita” con indicazione della percentuale di materiale riciclato sul certificato.

  4. 4.  per i prodotti in PVC, una certificazione di prodotto basata sui criteri 4.1 “Use of recycled PVC” e 4.2 “Use of PVC by-product”, del marchio VinylPlus Product Label, con attestato della specifica fornitura;

  5. 5.  una certificazione di prodotto, basata sulla tracciabilità dei materiali e sul bilancio di massa, rilasciata da un organismo di valutazione della conformità, con l’indicazione della percentuale di materiale riciclato ovvero recuperato ovvero di sottoprodotti.

  6. 6.  una certificazione di prodotto, rilasciata da un Organismo di valutazione della conformità, in conformità alla prassi UNI/PdR 88 "Requisiti di verifica del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto, presente nei prodotti", qualora il materiale rientri nel campo di applicazione di tale prassi.


2.5.4 Acciaio
Per gli usi non strutturali è utilizzato acciaio prodotto con un contenuto minimo di materie riciclate
ovvero recuperate ovvero di sottoprodotti come di seguito specificato:
-  acciaio da forno elettrico non legato, contenuto minimo pari al 65%;
- acciaio da forno elettrico legato, contenuto minimo pari al 60%;
- acciaio da ciclo integrale, contenuto minimo pari al 12%.


Con il termine “acciaio da forno elettrico legato” si intendono gli “acciai inossidabili” e gli “altri acciai legati” ai sensi della norma tecnica UNI EN 10020, e gli “acciai alto legati da EAF” ai sensi del Regolamento delegato (UE) 2019/331 della Commissione. Le percentuali indicate si intendono come somma dei contributi dati dalle singole frazioni utilizzate.

2.5.8 Tramezzature, contropareti perimetrali e controsoffitti
Le tramezzature, le contropareti perimetrali e i controsoffitti, realizzati con sistemi a secco, hanno un contenuto di almeno il 10% (5% in caso di prodotti a base gesso) in peso di materiale recuperato, ovvero riciclato, ovvero di sottoprodotti. La percentuale indicata si intende come somma dei contributi dati dalle singole frazioni utilizzate.


Con riferimento ad i criteri specifici per componenti edilizi (paragrafo 2.5.8) si riporta che Knauf è in grado di fornire lastre in gesso rivestito destinate alla realizzazione di sistemi a secco per l’edilizia quali tramezzature e controsoffitti, che soddisfano il requisito del contenuto minimo del 5% in peso di materie riciclate e/o recuperate e/o di sottoprodotti.

La conformità del processo produttivo rispetto a tale criterio ambientale è stata verificata dall’Organismo preposto ICMQ, mediante validazione dell’asserzione ambientale autodichiarata UNI EN IS0 14021 (tipo II) con i certificati nr. P235 e P275.

Specifiche tecniche progettuali relative al cantiere

Con riferimento al requisito specifico sulla disassemblabilità dei componenti edilizi (2.6.2) i sistemi a secco permettono in fase di dismissione e fine vita di poter adottare la demolizione selettiva e la corretta attribuzione dei codici EER ai singoli componenti.
Questa attività permette al singolo rifiuto di poter essere gestito separatamente e di conseguenza poter massimizzare le percentuali di materiale riutilizzato, riciclato o recuperato.
Dimostrazione di queste caratteristiche sono espressamente evidenziate all’interno delle EPD (Environmental Product Declaration) di cui i nostri sistemi sono dotati.
I profili Knauf, come riportato al punto C (End of life stage) del documento EPD, risultano riciclabili al 95%, in quanto si prevede che la decostruzione impieghi pratiche utili alla loro separazione dagli altri rifiuti e la preparazione al riciclaggio come EER 170405.
Le lastre Knauf, invece, secondo lo stesso documento, si considerano smaltite per la loro interezza, non essendo pratica comune quella del recupero del gesso previa demolizione selettiva. Ciononostante, l’applicazione dei criteri di disassemblaggio soprariportati, consentono di ottenere da queste un rifiuto EER 170802, per la maggior parte riciclabile secondo le best practices.

2.6.2 Demolizione selettiva, recupero e riciclo

Fermo restando il rispetto di tutte le norme vigenti, la demolizione degli edifici viene eseguita in modo da massimizzare il recupero delle diverse frazioni di materiale. Nei casi di ristrutturazione, manutenzione e demolizione, il progetto prevede, a tal fine, che, almeno il 70% in peso dei rifiuti non pericolosi generati in cantiere, ed escludendo gli scavi, venga avviato a operazioni di preparazione per il riutilizzo, riciclaggio o altre operazioni di recupero, secondo la gerarchia di gestione dei rifiuti di cui all’art. 179 del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152.

Il progetto stima la quota parte di rifiuti che potrà essere avviato a preparazione per il riutilizzo, riciclaggio o altre operazioni di recupero. A tal fine può essere fatto riferimento ai seguenti documenti: “Orientamenti per le verifiche dei rifiuti prima dei lavori di demolizione e di ristrutturazione degli edifici” della Commissione Europea, 2018; raccomandazioni del Sistema nazionale della Protezione dell'Ambiente (SNPA) “Criteri ed indirizzi tecnici condivisi per il recupero dei rifiuti inerti” del 2016; UNI/PdR 75“Decostruzione selettiva – Metodologia per la decostruzione selettiva e il recupero dei rifiuti in un’ottica di economia circolare”.

Tale stima include le seguenti:

a. valutazione delle caratteristiche dell’edificio;
b. individuazione e valutazione dei rischi connessi a eventuali rifiuti pericolosi e alle emissioni che possono sorgere durante la demolizione;
c. stima delle quantità di rifiuti che saranno prodotti con ripartizione tra le diverse frazioni di materiale;
d. stima della percentuale di rifiuti da avviare a preparazione per il riutilizzo e a riciclo, rispetto al totale dei rifiuti prodotti, sulla base dei sistemi di selezione proposti per il processo di demolizione;

Alla luce di tale stima, il progetto comprende le valutazioni e le previsioni riguardo a:
a. rimozione dei rifiuti, materiali o componenti pericolosi;
b. rimozione dei rifiuti, materiali o componenti riutilizzabili, riciclabili e recuperabili.

In caso di edifici storici per fare la valutazione del materiale da demolire o recuperare è fondamentale effettuare preliminarmente una campagna di analisi conoscitiva dell’edificio e dei materiali costitutivi per determinarne, tipologia, epoca e stato di conservazione.

Il progetto individua le seguenti categorie di rifiuti:
- rifiuti suddivisi per frazioni monomateriali (codici EER 170101, 170102, 170103, 170201, 170202, 170203, 170401, 170402, 170403, 170404, 170405, 170406, 170504, 170604, 170802) da avviare a operazioni di preparazione per il riutilizzo, impiegati nello stesso cantiere oppure, ove non fosse possibile, impiegati in altri cantieri;
- rifiuti suddivisi per frazioni monomateriali (codici EER 170101, 170102, 170103, 170201, 170202, 170203, 170401, 170402, 170403, 170404, 170405, 170406, 170504, 170604, 170802) da avviare a operazioni di riciclo o ad altre forme di recupero;
- le frazioni miste di inerti e rifiuti (codice EER 170107 e 170904) derivanti dalle demolizioni di opere per le quali non è possibile lo smontaggio e la demolizione selettiva, che sono avviati ad impianti per la produzione di aggregati riciclati.


In considerazione del fatto che, in fase di demolizione selettiva, potrebbero rinvenirsi categorie di rifiuti differenti da quelle indicate (dovute ai diversi sistemi costruttivi e materiali ovvero componenti impiegati nell’edificio), è sempre suggerita l’adozione di tutte le precauzioni e gli accorgimenti atti ad avviare il maggior quantitativo di materiali non pericolosi a riciclo e ad altre operazioni di recupero.

 

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